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Alla BNM le edizioni de LC procedenti dalla ricca collezione di Gayangos sono in tutto 9: Venezia 1534, Venezia 1553, Plantiniana 1595, Plantiniana 1599, Zaragoza 1607, Madrid 1619, Madrid 1632, Ms. Celestina Comentada e trad. it. Milano 1514.

 

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A titolo puramente esemplificativo ricordiamo l'esemplare di Salamanca 1543 conservato presso la Biblioteca Lambert Mata di Ripoll, annotato nel 1708 da un collettore di varianti (per cui cfr. infra, p. 361), o ancora l'esemplare di Venezia 1553 conservato a Santiago de Compostela, con annotazioni in italiano e altre lingue; ma soprattutto due esemplari annotati della stessa Plantiniana 1595 (chiamata in causa da Martínez Lacalle) attualmente conservati rispettivamente a New York, Hispanic Society of America (apud PENNEY, The book cit., p. 69) e a Vienna, alla Biblioteca Nazionale (segnatura BK 76-I-3). Quest'ultimo, in particolare, contiene numerose annotazioni in inglese antico che in molti casi coincidono con le corrispondenti traduzioni del testo ad opera di Mabbe (ed. 1631). Ma altre annotazioni della stessa mano, non solo in lingua inglese, sembrano opera anch'esse di un collettore di varianti, giacché in presenza di lacune o di errori caratteristici della Plantiniana sono apportate correzioni che implicano il confronto con altri testimoni de LC: le lacune sono infatti sanate con lezioni che compaiono in altre edizioni, e gli errori, corretti nell'interlinea, non appartengono alla categoria di quelli emendabili per congettura.

 

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Ho dato succinta notizia del ritrovamento nel mio articolo Vtilidad («Celestina», Trag. XIV, 242.8) in «Cultura Neolatina», LI (1991), pp. 65-99, in particolare a p. 80, nota 13.

 

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Per le stamperie Plantiniane cfr. infra, Appendice II, E.

 

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Di questa edizione (descritta da J. F. PEETERS-FONTAINAS, Bibliographie des impressions espagnoles des Pays-Bas Méridionaux, Nieuwkoop, Bruxelles 1965, n. 219 e PENNEY The Book cit., pp. 68-70) si sono conservati numerosi esemplari, sia in Europa che in America. Tra quelli europei vanno ricordati quelli di Londra, British Library (già cit. nell'Appendice I, di Madrid, BNM (T/8523, R/9174, R/12957 e R/23665) e Bibl. Palacio (I.B205), di Oviedo, Bibl. Univ. (A.309), di Santander, Bibl. M. Pelayo, di Barcellona (Col. Sedò), di Parigi, BNP (Rés Yg.305, RésYg.26.57), di Utrecht, Bibl. Univ. (z.oc.Rariora.233), di Leiden, Bibl. Univ., di Vienna, Öst. Nat. Bibl. (BK.76.J.3), di Genova, Bibl. Univ., di Parma, Bibl. Palatina, ecc. (apud PENNEY The Book cit. e SIMÓN DÍAZ, BLH, III, n. 4857. Gli esemplari non ricordati dai due bibliografi e qui citati -anche alla nota successiva- mi risultano da accertamenti condotti di persona). Per l'America si veda E. BERNDT KELLEY, Elenco de ejemplares de ediciones tempranas del texto original y de traducciones de la obra de Fernando de Rojas en Canadá, Estados Unidos y Puerto Rico, in «Celesti nesca», 12.1 (mayo 1988), pp. 9-34, che localizza esemplari a New York (Hisp. Soc. Am.), a San Marino-California (Huntington Libr.), a Washington (Folg. Shak. Libr.), a Boston (Publ. Libr.), a Williamstown (Chapin Libr.), a Madison (Univ.) e nella biblioteca privata di Joseph Snow.

 

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Anche di questa edizione (descritta da PEETERS-FONTAINAS, Bibliographie cit., n. 220 e PENNEY The Book cit., pp. 72-74) ci sono pervenuti numerosissimi esemplari. In Europa vanno ricordati quelli di Madrid, BNM (oltre ai cinque non specificati da Penney -p. 74- e che invece sono R/3799, R/8406, R/2006, R/1907, U/7799, vanno aggiunti anche altri due, diversamente schedati, U/8527 e R/13.410, che è quello qui studiato) e Acad. de la Historia (14-9-7-7.293), di Barcellona, Bibl. Central (Res.522-12º) e Col. Sedò, di Oviedo, Bibl. Univ. (A-138 e A-142), di Santander, Bibl. M. Pelayo (R-VI-3-26), di Valladolid, Col. Perela, e poi ancora di Londra, Brit. Libr. (11726-a.19), della Scozia, Nat. Libr. of Scotl., di Parigi, BNP (Yg.2656), Arsenal (8ºB.L.16059) e St. Gén. (Y8.Sup. 1130. Rés.), di Leida, Bibl. Univ. (2 copie), di Wolfenbüttel, Herz. Aug. Bibl. (in-8º, 137.15.Bth), di Roma, Bibl. Vaticana e Bibl. Vallicelliana, ecc. Per l'America, cfr. BERNDT KELLEY Elenco cit., ove si menzionano gli esemplari di New York (Hisp. Soc. Am., 3 copie), di Chicago (Newberry Libr.), di Philadelphia (Libr. Comp. e Patterson Libr.), di Nashville (Vanderbilt Univ.), e della collezione privata di Joseph Snow.

 

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Per cui cfr. PEETERS-FONTAINAS, Bibliographie cit., nn.218, 219, e 221, che mette a punto le precedenti affermazioni di Krapf e Palau, seguite poi da Penney, Marciales, ecc. Inoltre, nel catalogo pubblicato nel 1615 di tutte le ed izioni stampate dalla Officina Plantiniana (Index librorum... Plantiniana, di cui un esemplare è in Vaticana, Barberini, Z.XIII24) non risultano le edizioni del 1585, 1590 e 1601.

 

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Per gli errori e lacune comuni alla Plantiniana 1595 e Plantiniana 1599 cfr. i casi cit. infra ai punti II.6 e II.7 a proposito delle annotazioni manoscritte e della traduzione di Mabbe.

 

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Le precedenti edizioni de LC stampate nei Paesi Bassi e pervenute a noi sono in tutto cinque: una di Guillaume Montano (Anversa 1539) e quattro della famiglia Nucio (rispettivamente: Anversa s.d. e Anversa 1545 a cura di Martín, Anversa 1558 a cura della vedova di questo, e Anversa 1568 a cura di Philippo). Cfr. in proposito oltre alla Bibliographie cit. di PEETERS-FONTAINAS anche T. S. BEARDSLEY Jr., The Lowlands Editions of LC, in «Celestinesca», 5.1 (mayo 1981), pp. 7-11. Beardsley sostiene che queste cinque edizioni olandesi derivino da due gruppi distinti della tradizione primitiva: da IJ - Sevilla 1523 - Venezia 1531 - Venezia 1534 quella di Montano del 1539 (in particolare Venezia 1531-1534 e Anversa 1539 hanno in comune l'annessione della Introducion di Delicado alla lingua spagnola) e dalla linea sivigliano-crombergenana KLM - Sevilla 1525 - Sevilla 1528 quelle della fami glia Nucio. In seguito anche Marciales riconosce sia il primo che il secondo raggruppamento (ed. cit., I, pp. 249 e 251) mentre le Plantiniane gli sembrano appartenere a una linea diversa dalla crombergeriana ed essere portatrici di «un texto ecléctico» assieme a Salamanca 1570 e Salamanca 1575; cfr. ed. cit., I, pp. 251-252 e cfr. anche infra, nota 39.

 

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Oltre a certi materiali aggiuntivi (per cui cfr. infra), le Plantiniane hanno in comune con Anversa 1568 molte lezioni, tra cui ad esempio «chupan» che si oppone al resto della tradizione «deshechan», «dessean», «dessecan»; per il il contesto cfr. l'ed. Criado, p. 53.15.